La visita guidata in Contrada Scalpello promossa da Luigi Boggio, sindacalista nonché ex deputato tra le fila del Partito Comunista Italiano (PCI), oltre ad essersi rivelata sin da subito una puntuale e lodevole iniziativa – a cui non ho potuto presenziare per via di alcuni impegni pregressi, sebbene il mio cuore si trovasse lì assieme a tutti i partecipanti – ha contribuito a rimarcare un fenomeno molto prezioso, il cui incremento sembra ormai inesorabile: la graduale presa di coscienza, all’interno delle nostre comunità, delle innumerevoli e odiose violenze che i nostri territori accusano da svariati decenni a questa parte.
Magistratura, politica, apparato amministrativo, terzo settore, privati cittadini: il sonno che per troppo tempo ha avvolto una porzione di questi mondi ha favorito il perseguimento di logiche economico-imprenditoriali individualistiche, scellerate, a discapito dei presidi per l’ambiente e delle tutele per la salute dei nostri cari. Un monotematismo sul piano gestionale, infrastrutturale e culturale in una Regione vittima tanto dei pregiudizi quanto dell’autonomia mal esercitata di cui dispone. La sola ipotesi di voler continuare a perseverare – sotto i profili normativi e progettuali – in un disegno del ciclo dei rifiuti di questo tipo, nel nome di una perenne situazione emergenziale, assumerebbe i contorni di un’ecatombe per la Sicilia e per il Meridione.

Urge, nelle singole realtà locali, apprendere nuovi linguaggi comunicativi, intraprendere nuovi percorsi, immaginare nuovi orizzonti. Basta coi litigi, i battibecchi puerili e le sceneggiate in pubblica piazza (reale e/o virtuale) che provocano soltanto svilimento nei singoli individui e – in particolar modo – nelle categorie più fragili e trascurate della nostra (liquida) società. Dagli anziani oppressi dalla solitudine ai giovani costretti a recidere i legami con i loro luoghi di provenienza.
Focalizziamoci con coraggio sulla parola competenza e sui contenuti, con metodi multidisciplinari e manifesti politico-culturali innovativi, trasversali e, al contempo, ancorati ad una categoria di valori ben definita. Non sprechiamo quel percepir comune e quella necessitata «corrispondenza d’amorosi sensi» (per rimembrare il Foscolo) maturati nell’ultimo periodo. Riportiamo al centro la legalità, unico ed irrinunciabile tassello che armonizza ogni nostro agire. Meno infimi intrecci, più buonsenso e più persone giuste al posto giusto, sapienti conoscitori – a tutto tondo – degli accadimenti di un passato che si riflette inesorabilmente sulle impellenti necessità del presente.
I figli di Lentini, Carlentini, Francofonte, Scordia, Augusta, Melilli, Priolo Gargallo, Motta Sant’Anastasia, Misterbianco, Catania e Siracusa meritano un futuro migliore.

Fonte dell’Immagine in evidenza: © Ciro Parisi