Politica

Lentini | La candidata sindaco Maria Adagio sulla questione discarica: “I siciliani devono svegliarsi”

La dottoressa Maria Adagio, candidata sindaco per Terra e membro del Coordinamento No Discarica Armicci, si è espressa in merito alla recente richiesta documentale da parte della Sicula Trasporti per un ulteriore ampliamento della discarica di grotte San Giorgio. “Come coordinamento, abbiamo partecipato alla conferenza dei servizi che si è tenuta per l’ampliamento, e subito dopo, al fine di opporci a questo dilagare della discarica di Lentini, abbiamo fatto delle richieste specifiche al sindaco”, ha detto. “Le abbiamo portate ad un incontro promosso dal sindaco Bosco e rivolto ai candidati sindaci al fine di organizzare una strategia comune e condivisa per fermare il dilagare della discarica, ma da lì non ne è nato nulla. Sicuramente la Sicula c’entra con l’insistere su posizioni ormai inaccettabili, grazie anche alla complicità di un governo regionale che non riesce ad intervenire se non in maniera emergenziale sulla questione dei rifiuti. Però ci sono anche delle mancanze a livello locale, in quanto avevamo fatto delle specifiche richieste al sindaco”.

La conferenza dei servizi si è tenuta nei primi mesi del 2021. Nello specifico, contro l’allargamento della discarica dei Leonardi, queste sono state le proposte del coordinamento:

  1. replicare tecnicamente alle controdeduzioni presentate dalla Sicula Trasporti proponente il progetto di ampliamento/raddoppio e quindi integrare il parere tecnico già depositato in conferenza e redatto dall’ufficio tecnico;
  2. incalzare gli altri enti chiamati ad esprimersi in conferenza dei servizi (Soprintendenza di SR e ASP di Siracusa, ARPA, ecc.) sottolineando le particolari responsabilità di ogni ente in termini di ricadute economiche, sanitarie paesaggistiche e sociali sul nostro territorio. Facendo magari notare che gli effetti di questo mostro non si fermano ai cancelli di recinzione del proponente, ma viaggiano per chilometri, per le campagne fino al mare, ben oltre le lineette immaginarie tracciate dalla soprintendenza per decidere quali aree hanno il diritto di essere preservate e quali possono essere immolate sull’altare del profitto.
  3. Impegnarsi ad organizzare la protesta ad ogni livello anche utilizzando con rigidità le normative tecniche per intralciare i piani della Sicula Trasporti.

Al sindaco Saverio Bosco, il coordinamento ha chiesto:

  • di reiterare la richiesta di chiusura della discarica e di bonifica del sito (sito su cui si ricorda l’autorità giudiziaria sta accertando, fra gli altri, il reato di disastro ambientale);
  • che si faccia carico di riportare a tutti gli enti tenuti ad esprimere parere in sede di conferenza dei servizi e all’autorità giudiziaria, l’avversità della nostra comunità all’allargamento;
  • che si faccia carico di depositare in sede di conferenza dei servizi, oltre alle proprie integrazioni, le eventuali osservazioni provenienti dalle diverse parti sociali ;
  • che sostenga l’ammissione dei comitati territoriali alla Conferenza dei servizi;
  • che si metta a disposizione di chi ne farà richiesta il carteggio completo ed aggiornato del processo “Mazzetta Sicula” in cui l’amministrazione, per conto della comunità, si è costituita parte civile;
  • che si avvii la mappatura dei siti di scarico illeciti relativi agli impianti della Sicula Trasporti;
  • che si avvii una campagna comunale di analisi e monitoraggio di acqua aria e terra in un raggio di almeno 10 km dagli impianti.

In merito al probabile legame tra tumori e presenza della discarica nel territorio, la dottoressa Adagio ha spiegato, “Ci deve essere sicuramente un nesso tra tra l’incidenza dei tumori e la presenza della discarica, non solo per la presenza della stessa, ma anche per le procedure fuorilegge adottate nello smaltimento dei rifiuti e che sono state evidenziate dall’inchiesta ‘Mazzetta Sicula’, durante la quale sono venute fuori tutta una serie di irregolarità. Ci sono tutte le premesse, a nostro avviso, perchè ci sia questo nesso, anche se l’ASP, e questo è un nostro rammarico, continua a dare parere positivo e a dubitare del fatto che ci siano evidenze scientifiche sul nesso di causalità tra l’incidenza dei tumori e la presenza di una discarica di quelle dimensioni che, a mio parere, ha inquinato anche le falde acquifere”.

Prosegue ancora, “Il problema è che l’iter va avanti nonostante le nostre proteste, nonostante la stessa amministrazione comunale abbia dato parere negativo all’allargamento, nonostante l’inchiesta che ha portato i vertici della Sicula in galera, la Regione ritiene di fatto che l’unica soluzione al problema dei rifiuti sia la creazione di megadiscariche, creare situazioni di emergenza che renda indispensabile e accettabile la costruzione di inceneritori. I siciliani devono svegliarsi. E’ un piano diabolico che non prevede nessun cambiamento nella gestione dei rifiuti se non quello di distruggere il nostro territorio. Noi, come coordinamento, esprimiamo l’esigenza e la necessità di invertire la marcia e richiedere altri sistemi per la gestione dei rifiuti, che vanno dalla differenziata svolta in maniera puntuale, alla creazione di un impianto di biocompostaggio aerobico, alla creazione di piccole discariche a livello comunale, che diano la possibilità ai cittadini di controllare i processi di smaltimento. L’obiettivo deve essere quello dei rifiuti zero e non di creare ancora rifiuti. Creare un termovalorizzatore significa accettare l’idea che la riduzione della spazzatura non ci sarà, che la differenziata non sarà fatta e che si andrà ad aumento esponenziale dei rifiuti. Quello che ci dimostra questo documento è che al di là delle proteste di amministrazione e abitanti, il piano regionale è quello e la Sicula va avanti per la sua strada. Questa è una grandissima situazione di amarezza che non ci lascia però sgomenti e zitti. Infatti stiamo cercando di riorganizzarci. Abbiamo fatto anche una staffetta dei comitati per mettere in rete tutte le nostre competenze e combattere la devastazione dei territori, ma anche proporre dei piani regionali di gestione dei rifiuti che partano dal basso e che siano più compatibili con la nostra salute”.

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