Nel giorno del referendum sulla forma istituzionale dello Stato, nel giorno del suffragio universale e nel giorno della nascita della Repubblica Italiana con il 54,3% delle preferenze, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella decide di recarsi a Codogno (LO) – lì dove tutto ha avuto inizio, in ambito nazionale – per ricordare i caduti del Covid-19 (il cd. Nuovo Coronavirus). Un bellissimo omaggio, di grande sensibilità umana e politica, in un’insolita quanto profonda celebrazione del 2 Giugno destinata a rimanere nella storia.

Di converso, l’incosciente manifestazione organizzata dall’attuale centrodestra (in compagnia degli insoliti gilet arancioni) che, in tutta probabilità, si rivela il più inetto e disarmante che la storia di questo Paese ricordi. Un gesto meramente folkloristico, rischioso sotto il profilo della sanità pubblica – basta consultare alcune immagini per rendersi conto di come il distanziamento sociale e le misure di sicurezza a corredo non siano state rispettate – e, soprattutto, totalmente privo di contenuti. Sì alla libertà di espressione, con tutte le precauzioni che l’anno corrente ci impone; no al grido disperato (e scellerato, visti i comportamenti attuati nel bel mezzo di una pandemia) emesso da una classe politica il cui unico intento rimane quello di ricordare alle genti la propria esistenza.

Infine, ci spostiamo oltreoceano: bruciano le città degli Stati Uniti d’America, ardono le coscienze dei cittadini, si infiammano le grandi questioni irrisolte dopo la morte di George Floyd a Minneapolis. Gli USA di Donald J. Trump sono complici e vittime al contempo del rinvigorimento di alcuni morbi sociali come il razzismo e la discriminazione, specialmente – purtroppo – nei riguardi della comunità afroamericana. L’incontro dei venti del sovranismo, del nazionalismo, del populismo, del negazionismo e dello stupidismo in generale con la diffusione globale del virus sta innescando degli scenari potenzialmente letali: dal Brasile di Jair Messias Bolsonaro al Regno Unito di Boris Johnson, per ripiombare in una Washington paurosamente animata dagli scontri tra civili e forze dell’ordine (le quali han deciso di non sottrarsi nel manifestare la loro solidarietà, è bene sottolinearlo).
Nell’attesa di terapie efficaci, di un vaccino e, ancora, nella speranza che gli ingenti sforzi monetari dell’Italia nonché dell’Unione Europea – quest’ultima mossasi tremendamente in ritardo, vero, riuscendo però a superare le divergenze tra gli Stati membri imboccando il giusto sentiero – al fine di scongiurare il collasso economico nel Vecchio Continente diano i suoi frutti (da qui ai prossimi anni), il 2020 resta ancora in salita.
Per il mondo intero.

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