Domani si ritornerà tra i banchi di scuola in gran parte d’Italia. Negli ultimi mesi il mondo dell’istruzione – già martoriato ed infiacchito da alcuni decenni – ha dovuto fronteggiare innumerevoli disagi, disguidi e, nel peggiore dei casi, episodi di iniquità. La rapida accelerazione nella dotazione e nell’utilizzo degli strumenti digitali ha infatti evidenziato tutte le criticità di un sistema che si presentava fragile – sotto molteplici profili – ancor prima della pandemia globale provocata dal Covid-19 (il cd. Nuovo Coronavirus). La confusione generata dall’attuale Ministro dell’Istruzione, poi, ha contribuito ad amplificare sensibilmente i timori e le perplessità tra i Dirigenti Scolastici, i Docenti, i componenti del Personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA), gli altri operatori, gli studenti e le famiglie coinvolte. Nonostante le avversità, però, la scuola si è riconfermata come uno dei pilastri più nevralgici e indispensabili del nostro Paese (in grado di spuntarla ancora una volta) grazie alla conoscenza, alla passione, allo spirito di abnegazione di tantissimi insegnanti e alunni.

Focalizzandoci in ambito locale, suscita sgomento la notizia di chiusura per inagibilità del I Istituto Comprensivo “Vittorio Veneto” di Lentini, la più antica e la più grande della città, a seguito delle indagini di vulnerabilità effettuate sull’Istituto e che hanno confermato la presenza di criticità non irrilevanti sotto il profilo dinamico. Una vicenda sconfortante, in relazione alla puntualità del suo accadimento (ossia a pochissimi giorni di distanza dall’apertura delle strutture scolastiche). Ma non solo: lo spiacevole evento sottolinea la superficialità e l’improvvisazione di coloro i quali, in questi ultimi anni, avrebbero dovuto traghettare la nostra Lentini verso una progressiva condizione di normalità.
«[…] Delle 27 classi complessive dell’istituto Vittorio Veneto, 15 troveranno posto nelle sole 8 aule disponibili della scuola materna di via del Museo. Inevitabili, dunque, i doppi turni la cui organizzazione sarà messa a punto a giorni. Nella scuola di via del Museo andranno le 7 classi del plesso “Ex Polizia” e 8 classi di scuola elementare del plesso centrale. Dall’edificio di via del Museo sloggeranno perciò la scuola materna comunale, che sarà trasferita nell’immobile di via Tolmino da poco rimesso a nuovo dal Libero consorzio comunale di Siracusa, e gli uffici pubblica istruzione e randagismo che saranno trasferiti in via Italia. Delle 12 classi rimanenti, le 9 di scuola media saranno trasferite 4 all’istituto polivalente di viale Riccardo da Lentini e 3 all’Istituto Manzitto di via del Museo. Le 3 classi di scuola dell’infanzia, infine, saranno ospitate nei locali dell’Istituto Aletta».

«[…] Poi c’è il tema delle risorse, quelle disponibili e quelle ancora da cercare. Il finanziamento di 1 milione e mezzo di euro, già disponibile, sarà utilizzato – è stato deciso anche con il placet della Regione – per la sola riqualificazione della palestra-auditorium del Vittorio Veneto. Per l’intera ristrutturazione dell’edificio, di milioni, secondo i primi calcoli, ne occorrerebbero circa 12. Dove trovarli? L’amministrazione comunale spera di accedere ai finanziamenti del Miur. Ma è una corsa contro il tempo. Il progetto di riqualificazione dell’intero immobile va presentato entro il 30 Settembre. Quello per la palestra entro il 30 Ottobre» (Fonte: WEBMARTE.TV).
L’auspicio, ovviamente, è la più celere risoluzione del caso: tutti gli attori coinvolti hanno il diritto di poter lavorare/apprendere serenamente, in sicurezza e senza rischi legati al contagio. Nella speranza che l’Istituto Vittorio Veneto non diventi l’ennesimo Ex del nostro territorio, l’ennesima struttura fagocitata dall’incuria di uno stolto presente che dimentica troppo facilmente il suo nobile passato.

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